Nomen omen: Pio. Ovvero come l’indole di un uomo possa

echeggiare – in questo caso soltanto in forma subliminale – nel

suo lavoro di artista, tacendo come per pudore una sensibilità

altrimenti destinata all’incomprensione: di molti se non di

tutti, purtroppo.

Pio è autore concettuale di una ricerca espressiva

caratterizzata da esiti multiformi, alle fondamenta dei quali

insistono più o meno consapevoli influenze, che coincidono

massimamente con Duchamp e, più in generale, con l’arte

dadaista, fino a trovare sorprendenti affinità con alcune

tematiche care al Gruppo Zero e ai Nouveaux Réalistes

francesi.

Quanto intervenga a trasformare un libro – la sua copertina,

soprattutto – in fertile occasione di curiose divagazioni

creative è fatto peculiare nell’attività di un artefice – Pio,

appunto – suscitato da mutevoli urgenze, che talora

albeggiano, pacata, qualche gustosa provocazione

intellettuale.

Giovanni Faccenda

I libri di Pio